Il mondo torna «indietro».


Bush avvia l'installazione dello scudo antimissile in Polonia e nella Repubblica ceca, alla frontiera russa, per combattere «gli stati canaglia». Al «sistema Usa», approvato anche dal governo italiano, la Russia risponde: «Noi stiamo osservando in pieno le prescrizioni del trattato Cfe (sugli armamenti convenzionali in Europa) e abbiamo ritirato tutti i nostri armamenti pesanti dalla parte europea del nostro territorio. Abbiamo ridotto le nostre forze armate di 300.000 uomini in pochi anni. Ma che dire dei nostri partners? Loro stanno inondando l'Europa orientale con nuove armi - una nuova base in Bulgaria, un'altra in Romania, un sito di missili intercettori in Polonia, un radar nella Cechia. Cosa dovremmo fare noi? Non possiamo stare semplicemente a guardare attenendoci ai trattati».

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Questi partners, aggiunge il capo del Cremlino, si sono ritirati unilateralmente dal trattato Abm (che vieta i sistemi di missili anti-missile) nel 2002, e neanche un membro della Nato ha ratificato il trattato Cfe che la Russia invece osserva scrupolosamente: a questo punto, quindi, a Mosca non resta che fare la stessa cosa: ritirarsi dal trattato Cfe e avviare a sua volta la creazione di nuovi sistemi d'arma, anche se violano i trattati. Da parte sua il presidente americano ha risposto alle critiche di Vladimir Putin: "Schierare lo scudo spaziale è la cosa giusta da fare". Lo ha detto il presidente George W. Bush rispondendo alle critiche che giungono da Mosca sullo scudo spaziale. "Temiamo che un missile iraniano possa esser lanciato verso l'Europa o qualsiasi alleato: lo scudo difende i Paesi europei dal lancio di missili da Paesi ostili, non dalla Russia che è amico".Il presidente Usa spiega il suo punto di vista prima del viaggio in Italia. "Siamo molto trasparenti con Mosca e non abbiamo nulla da nascondere, ma schierarlo è la cosa giusta da fare".
Italia che ovviamente sembra l’unica che continua a prostrarsi, indipendentemente dal colore del suo governo, alla grande democrazia Americana come potete voi stessi valutare nel commento seguente (..vai su leggi tutto).


All’indomani della conclusione della prima guerra mondiale, il presidente Wilson fra i punti programmatici per ricostruire un nuovo ordine internazionale inseriva l’abolizione della diplomazia segreta, che a suo avviso aveva condotto le politiche estere delle nazioni europee al di fuori del controllo democratico dei rispettivi popoli e, in conclusione, alla guerra. Pur mettendo da parte l’idealismo wilsoniano, non si può ignorare nella forma e nella sostanza quel che ha recentemente fatto il governo italiano, omettendo di dare una corretta e completa informazione riguardo “l’accordo quadro di cooperazione Italia-USA” in campo militare, siglato lo scorso febbraio a Washington. Questo si compone di due parti: quella relativa alla partecipazione italiana allo sviluppo di un nuovo aereo fu resa subito pubblica. Il più stretto riserbo fu invece mantenuto sulla parte che riguarda l’adesione del nostro governo al programma di Strategic Defensive Initiative, tornato di recente in auge.
Lo scorso 27 marzo fu il gen. Henry Obering, direttore della Missile DefenceAgency, ad annunciare dinanzi alla Camera dei Rappresentanti l’ingresso dell’Italia nel programma dello scudo anti-missili balistici. Da Roma, invece, rimbalzò un assordante e imbarazzante silenzio, rotto solo dall’inchiesta del Manifesto che, dopo alcune goffe smentite da parte di uomini di governo, ha trovato risposta nelle ammissioni del sottosegretario Verzaschi. Ammissioni, peraltro, non del tutto corrette: tale accordo non rientra sotto il cappello dell’alleanza Nord-Atlantica, nonostante Verzaschi affermi il contrario. Altrimenti non si capirebbe perché il governo tedesco sostenga l’opportunità di discuterne entro la cornice multilaterale della Nato: difatti, lo scudo anti-missile si basa su una serie di accordi bilaterali fra Washington e i suoi alleati europei, proprio perché il suo sviluppo incontra la forte opposizione di Francia, Germania e altri. Perché i tedeschi e i francesi non vogliono uno scudo contro i missili balistici degli stati canaglia? Semplicemente, perché il sistema anti-missile in Europa non è rivolto contro attacchi dall’Iran o dalla Corea, ma è concepito in funzione anti-russa (una canaglia troppo grossa, forse), come testimonia la pronta adesione di Polonia e Repubblica Ceca (con i polacchi pronti a sfruttarlo anche contro la Germania, alla faccia della costruzione europea). Mosca interpreta lo scudo spaziale come un atto ostile nei suoi confronti, poiché sposterebbe l’equilibrio strategico nucleare scaturito dalla Mutual Assured Destruction in favore degli USA, aprendo la strada a pericolose teorizzazioni circa la possibilità di un first strike nucleare: ossia, il Pentagono potrebbe colpire per primo il nemico, sapendo di contare su una efficace protezione dai missili nemici. Un vantaggio strategico che metterebbe in posizione subalterna sia la Russia, sia la Cina, e che rischia di innescare un’escalation degli armamenti e l’annessa ripresa della Guerra Fredda con l’Europa nuovamente sulla linea del fronte (più economico che militare allo stato attuale). A grandi linee questo è il quadro che emerge dall’accordo che il governo Prodi ha firmato con gli Stati Uniti, seguendo una linea bipartisan nel senso che ha confermato ciò che il governo Berlusconi aveva preparato un anno prima. La domanda è: perché farlo? E poi perché mantenerlo segreto? E’ ormai comprovato che il governo segue pedissequamente l’agenda Tafazzi, il vademecum dell’autolesionismo. Ciò può spiegare il comportamento del governo nel tacere l’accordo missilistico e nel fare ciò senza nemmeno consultare il Parlamento e la maggioranza. Senza pensare al fatto che la bolletta energetica italiana dipende assai dalle forniture russe. Magari D’Alema voleva sedurre Condy, mostrandole di non essere per niente anti-americano, anzi. Tuttavia, realisticamente ciò emerge da questa vicenda è un dato di fatto: nella nostra politica estera ci sono alcuni elementi che non si possono (o non si osa) toccare, qualsiasi sia il colore del governo. Men che meno un esecutivo che sciaguratamente teorizza la sua forza nella propria debolezza.(Fonte: ilCannocchiale.it)


Articolo tratto da: Casa Ruggieri - http://www.casaruggieri.eu/
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